
Insegno e, cosa non scontata di questi giorni, pratico yoga quotidinamente.
Ho un momento preferito, nonché più indicato, dove mi dedico tutto il tempo necessario: la mattina presto.
Presto inteso prima che il tran-tran cittadino inizi, prima che i lavori incomincino e prima che il flusso di pensieri parta ininterrotto.
A favore di questo orario ci sono dei motivi generali che si trovano scritti in qualunque manuale; nell’ora più giusta, prima dell’alba, non ci sono distrazioni, il corpo (non i muscoli, Il Corpo) lavora al meglio, in maniera più concentrata e si può trarre maggiore benificio dalla pratica.
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A questo aggiungo il mio punto di vista che delinea i caratteri di quello che faccio e che cerco di trasmettere.
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Innanzitutto, mi piace la mattina.
Sono mattiniero, da sempre, da quando ero bambino e la domenica, povera mia madre, mi svegliavo alle 5.
La sera ho voglia di casa, mangiare presto, leggere, passare del tempo con le persone che amo e andare a dormire, presto.
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Secondo, non ho una Shala (una scuola), ma usufruisco di uno spazio e quindi non devo riempire un palinsesto per pagare le spese, ma lavoro il necessario per vivere, concedendomi il lusso più grande che ci si possa permettere, tempo personale.
Ho capito, nel giro di poco, che voglio ancora impiegare il più possibile delle energie a praticare, studiare e insegnare e non ancora a fare business.
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Ultimo, ma punto per me più importante.
Credo nello yoga come portatore di abilità che non necessitano di tempo per essere apprese, ma di sola forza di volontà: autodisciplina, ascolto e azione.
Se stai puntando la sveglia alle 5:00, ti stai dedicando del tempo per ascoltarti e lavorare su te stesso, anche quando devi nuotare contro la corrente di fatica e imprevisti che ogni tanto sembrano rallentare le giornate, allora stai mettendo cuore e testa in quello che fai, ottenendo risultato ancora prima dell’operazione.
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Questo è lo quello che cerco di trasmettere, come mi è stato insegnato e come lo vivo ancora oggi,
una presa di posizione.